Una convinzione errata che si è diffusa moltissimo negli ultimi 40 – 50 anni è quella che i grassi
saturi aumentano il rischio di malattie cardiocircolatorie e sono responsabili dell'obesità.
Si tratta semplicemente di un mito che danneggia la nostra salute. L'idea che i grassi saturi sono un male per il cuore è diventata così radicata nella comunità medica e della sanità, che nessuno osa metterla in discussione per la preoccupazione di essere considerato automaticamente un ciarlatano, a prescindere dalle prove presentate.
I grassi saturi di origine animale e vegetale costituiscono una fonte concentrata di energia nella dieta e forniscono le basi per le membrane delle cellule ed una varietà di ormoni e sostanze vitali.
I dati raccolti da 21 studi che riguardavano quasi 348.000 adulti, intervistati e le loro abitudini alimentari per tempi compresi fra i 5 e i 23 anni, non hanno dimostrato alcuna differenza del rischio di malattie cardiache e ictus tra le persone con il più alto consumo di grassi saturi in confronto con quelle che ne consumano di meno.
L'elenco dei benefici che il corretto apporto, nel nostro organismo, di grassi saturi è molto più lungo. In realtà è l'eccessivo consumo di carboidrati che sta all'origine dell'obesità e delle malattie cardiache.
La quantità giornaliera di grassi da assumere, secondo i ricercatori più affidabili dovrebbe essere del 25 – 30% del nostro fabbisogno calorico.
La risposta è affermativa, sono principalmente quelle che troviamo nella frutta e nella verdura trattate con pesticidi ma anche nella carne nel pesce e nell'ambiente.
Occorre fare attenzione alla provenienza dei grassi animali poiché la qualità dipende molto dal come vengono allevati, alimentati e curati.
Molta attenzione deve essere prestata infatti alla provenienza per escludere quella carne che proviene da animali allevati intensivamente, in condizioni malsane e dove si cerca di far loro raggiungere il peso per il macello in tempi estremamente brevi.
In questi casi gli animali vengono tenuti sotto costante protezione con farmaci come gli antibiotici che si ritrovano poi nelle carni e nel grasso creando problemi al nostro organismo.
Lo stesso vale anche per gli oli vegetali che possono provenire da colture forzate con concimi chimici, trattate con antiparassitari e diserbate con prodotti chimici di sintesi che lasciano dei residui nocivi negli oli che non fanno bene a noi e all'ambiente.
Pur con alcuni dubbi, sulla efficacia dei controlli degli enti certificatori cedo che sia probabile che, scegliendo dei prodotti da agricoltura biologica, dovremmo almeno evitare i residui dei pesticidi più pericolosi.
I grassi trans: sono i grassi non naturali come la margarina, ottenuti industrialmente dalla trasformazione di oli scadenti e rancidi con il processo di idrogenazione. Vengono trasformati artificialmente gli oli vegetali liquidi in grasso solido.
I grassi trans contribuiscono alle malattie cardiache, cancro, problemi ossei, squilibri ormonali e malattie della pelle, sterilità, difficoltà nella gravidanza, problemi per l'allattamento, basso peso dei neonati, problemi di crescita e difficoltà di apprendimento nei bambini.
Essi sono diffusi in moltissimi cibi elaborati perchè non irrancidiscono e sono facili da lavorare per cui è imperativo leggere le etichette dei prodotti confezionati che acquistiamo e lasciare sugli scaffali quelli che contengono grassi idrogenati o trans.
I grassi polinsaturi: i Guru delle diete ci dicono che gli oli polinsaturi fanno bene e che i grassi saturi causano il cancro e malattie cardiache con il risultato che si sono verificati dei cambiamenti fondamentali nella dieta degli occidentali.
In passato, la maggior parte degli acidi grassi presenti nella dieta erano o saturi o monoinsaturi, principalmente costituiti da burro, lardo, olio di cocco e piccole quantità di olio d'oliva.
Oggi la maggior parte dei grassi nella dieta sono polinsaturi da oli vegetali derivati soprattutto dalla soia, oltre che dal mais, dal cartamo e dalla colza.
Le diete moderne possono contenere fino al 30% delle calorie da oli polinsaturi, ma la ricerca scientifica indica che tale quantità è troppo alta.
E' dimostrato in più lavori scientifici che l'assunzione di acidi grassi polinsaturi non dovrebbe essere molto superiore al 4% del totale fabbisogno calorico.
Il consumo eccessivo di oli polinsaturi contribuisce a un gran numero di patologie tra cui il cancro e l'aumento delle malattie cardiache, la disfunzione del sistema immunitario, i danni al fegato, agli organi riproduttivi, ai polmoni, disturbi digestivi, capacità di apprendimento, depressione, crescita ridotta e aumento di peso.
I grassi omega 3 - un certo numero di ricercatori sostiene che insieme ad un eccesso di acidi grassi omega-6 la dieta è spesso carente in acido linolenico insaturo omega-3. Questo acido grasso è necessario per l'apporto dell'ossigeno alle cellule, per metabolizzare importanti aminoacidi contenenti zolfo e per mantenere il giusto equilibrio nella produzione di prostaglandine.
Carenze sono state associate all'asma, alle malattie cardiache e a difficoltà di apprendimento. La maggior parte degli oli vegetali in commercio contengono poco acido linolenico omega-3 e grandi quantità di acido linoleico omega-6.
I grassi omega 3 si trovano sopratutto nelle uova, nei pesci nella carne e nell'olio di semi di lino.
Per chi è interessato a nutrirsi consapevolmente e desidera approfondire l'argomento sui grassi, allego rapporto di Mary Enig e Sally Fallon: “La verità sui grassi saturi” (The truth on saturated fats).
Si tratta di un rapporto ben dettagliato che spiega in profondità tutto sui grassi:
Per chi vuole conoscere a fondo i vari tipi di grassi, come sceglierli, quanti e come mangiarli, le loro virtù ed i rischi di alcuni tipi di grasso, può accedere alla pagina tramite questo link